Il territorio

La storia di Villagrande Strisaili

L’area dell’entroterra sardo dove oggi sorge Villagrande Strisailiera abitata già in epoca antichissima, come testimoniato dalla presenza di varie Domus de janas e di complessi nuragici: la scelta di questo angolo di Sardegna nel cuore della regione storico-geografica dell'Ogliastra fu, molto probabilmente, dovuta all’abbondanza di corsi d’acqua e di boschi secolari. Dopo esser stata per secoli sotto il giogo della dominazione di Roma, durante il Medioevo Villagrande Strisaili fu inserita nella Curatoria dell’Ogliastra del Giudicato di Cagliari dove rimase fino al 1258 prima di passare a quello di Gallura, ai Pisani e nel 1323 agli Aragonesi, i quali introdussero un sistema feudale che condusse all’isolamento. Sotto l’influenza della potente famiglia dei Carroz, nel 1363 il borgo fu annesso alla neonata Contea di Quirra appena istituita dal Re d'Aragona Pietro IV il Cerimonioso, prima di passare di mano ai Centelles e poi agli Osorio de la Cueva.

L’età moderna e il crollo del feudalesimo a Villagrande Strisaili

Intorno al 1670 il paese accolse alcuni esuli del villaggio di Onnis, devastato da una furiosa epidemia; le dispute con la vicina Fonni sullo sfruttamento dei pascoli del borgo abbandonato furono all’origine di un’aspra lotta che si protrasse per due secoli e fu sedata soltanto dall’intervento del Re di Sardegna, con l’assegnazione di Monte Novu ai fonnesi in enfiteusi perpetua. Un primo processo di ammodernamento ebbe inizio nel 1771 con l’istituzione del Consiglio comunitativo delle ville infeudate, ma solo con l’abolizione del feudalesimo voluta da Carlo Alberto di Savoia nel 1839 il paese e il resto della regione entrarono nell’epoca contemporanea.

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